MEMORIE

10.12.2012 17:25

L’Opera Nazionale Assistenza Orfani Militari Arma Carabinieri si propone di assistere, fino al conseguimento della laurea, gli orfani dei militari dell'Arma dei Carabinieri di qualsiasi grado. Fu fondata nel dopoguerra per iniziativa dei Carabinieri che continuano a sostenerla con versamenti volontari mensili sulle buste paghe. Il patrimonio iniziale era costituito da 37 milioni di lire e per formarlo i Carabinieri di ogni grado offrirono una giornata di stipendio. Tutt’oggi l’Opera non riceve contributi dallo Stato.

Con Decreto del Presidente della Repubblica 5 ottobre 1948, n. 1303, su proposta del Ministro per la Difesa, fu costituita ed eretta in Ente Morale, ne fu riconosciuta la personalità giuridica e fu approvato lo Statuto organico dell' Ente stesso.

Oggi l'O.N.A.O.M.A.C. assiste circa 1000 orfani.

Ha sede in Roma, Via Carlo Alberto Dalla Chiesa, 1/A.(CAP 00192).

Per contattare la Presidenza:

tel. 06.36.000.844 - 06.32.14.957;

fax 06.32652130;

e-mail : info@onaomac.it

 

Per donazioni:

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LE VITTIME DI JESOLO.

Un grave incidente è occorso a un gruppo di Carabinieri in congedo, che si stavano recando al Raduno. Lutto e dolore in ricordo delle vittime e dei feriti nel tragico incidente.

 Per l’Arma si continua a morire.

 

S.Tenente Roberto Arioli, 57, Carabinieri Gianfranco Gruosso, 42 anni, Settimio Iaconianni, 75, Benemerite Maria Aronica, 57, Maria Domenica Colella, 64 anni. E' il bollettino di "guerra" dell'incidente in pullman avvenuto il 5 maggio 2012 sull'A13 Bologna-Padova all'altezza di Legnaro, nel Padovano, dove hanno perso la vita 5 persone e ne sono rimaste ferite 18, tutte dirette al raduno dell'Arma.

Roberto Arioli era il presidente della Sezione di Aprilia.

I Carabinieri della Sottosezione di Buseto Palizzolo esprimono il loro più profondo cordoglio ai familiari delle vittime e all'Associazione Nazionale.

 

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CONTINUANO I MASSACRI DI CARABINIERI. 11 maggio 2012, dopo un anno di agonia, passato attaccato ai macchinari dei vari centri specializzati, in condizioni disperate, il cuore dell’appuntato scelto Antonio Santarelli, pestato a sangue il 25 aprile 2011 da quattro balordi nella zona di Sorano (Grosseto), ha smesso di lottare.

QUELLA MALEDETTA SERA. L'episodio risale alla Pasquetta dello scorso anno, quando Santarelli era di servizio insieme al suo collega Carabiniere scelto Domenico Marino. I militari fermarono ad un posto di blocco una macchina nella zona di Sorano con quattro ragazzi a bordo, diretti ad un rave party. Tre minorenni (due intanto hanno compiuto i 18 anni) e un maggiorenne, Matteo Gorelli. Mentre uno dei due carabinieri svolgeva le operazioni necessarie ai controlli dell’alcol test, i giovani aggredirono a colpi di spranga e bastoni i due. Marino riportò conseguenze gravi, tra cui la perdita di un occhio, mentre a Santarelli è andata molto peggio. Colpito da una bastonata all'altezza del collo perse i sensi. «Aveva la testa, tra collo e nuca, aperta da una ferita, quasi sicuramente fatta con una bastonata - ricorda Gubernari, il carabiniere arrivato sul posto dopo l’aggressione - I sanitari del 118 provavano a far parlare l’altro carabiniere, ma era stordito e aveva il volto totalmente tumefatto, non ci riusciva». Santarelli nei giorni successivi, subì un intervento neurochirurgico per ridurre un ematoma alla testa, ed entrò in coma, per non svegliarsi più.

LA PROCURA. «E' stato un massacro collettivo», «un’esplosione di una ferocia inaudita» realizzata con «spietatezza e lucidità» queste furono le parole della Procura dei minori di Firenze nei giorni successivi all’accaduto. I quattro, dopo il pestaggio, fuggirono portando con sé la cartellina e il blocco con il verbale sul quale i carabinieri stavano appuntando le loro generalità. La loro fuga è però durata poco: grazie al soccorso prestato da una turista ai carabinieri e la chiamata al 118, una pattuglia fermò l’auto con i quattro giovani a bordo che poco prima avevano aggredito i due carabinieri. Sconvolta la moglie dell’appuntato, Claudia Santarelli, commentò il fatto lapidaria: «Non c’è niente di umano in tutto questo. Non ho altro da aggiungere». «Abbiamo perso la testa e non abbiamo saputo controllarci», è quanto dissero ai carabinieri i giovani, che vennero immediatamente arrestati.

Matteo Gorelli, pregiudicato con piccoli precedenti penali, è stato condannato all'ergastolo (Grosseto, 8 Dicembre 2012).

Ai due militari dell’Arma è stata concessa la Medaglia d’Oro al Valor Civile.

Appuntato scelto Antonio Santarelli